Presentati i dati aggiornati del programma di sviluppo clinico della terapia genica sperimentale elivaldogene autotemcel (eli-cel) per pazienti con adrenoleucodistrofia cerebrale (CALD), compresi i risultati aggiornati dello studio di Fase 2/3 Starbeam (ALD-102) e dello studio di follow-up a lungo termine (LTF-304), così come i dati di sicurezza dello studio di Fase 3 (ALD-104). I dati sono stati presentati in data odierna in occasione della sessione orale del Simposio Presidenziale al 47° Congresso Annuale della European Society for Blood and Marrow Transplantation (EBMT2021) che si è svolto, in modalità virtuale, dal 14 al 17 marzo 2021.
“La progressione della CALD può avvenire rapidamente, con conseguente declino neurologico, e spesso morte, dei bambini che ne sono affetti. I risultati presentati oggi mostrano che, a 24 mesi di follow-up, il 90% dei pazienti (27/30) dello studio registrativo con eli-cel (ALD-102) sono in vita e non presentano disabilità funzionali maggiori (MFDs). Il follow-up a lungo termine di questi pazienti prosegue e siamo incoraggiati dal fatto che 14 ragazzi abbiano raggiunto la visita di follow-up almeno del quinto anno e continuino a vivere senza presentare disabilità funzionali maggiori, dimostrando il potenziale degli effetti a lungo termine del trattamento” ha dichiarato Richard Colvin, M.D., Ph.D., VP, head of severe genetic diseases clinical research and development, bluebird bio.
“C’è grande bisogno di opzioni di trattamento alternative in grado di ridurre il rischio di gravi complicanze immunologiche associate al trapianto allogenico di cellule staminali, l’unica opzione oggi disponibile per il trattamento della CALD. La presentazione di oggi ribadisce il potenziale di eli-cel come opzione di trattamento una tantum e duratura per questa malattia devastante.”
L’adrenoleucodistrofia (ALD) è un raro disturbo metabolico legato a cromosoma X.2,3 Si stima che la malattia colpisca in tutto il mondo un neonato maschio su 21.000.3,4 L’ALD è dovuta ad alcune mutazioni del gene ABCD1 che alterano la produzione della proteina dell’adrenoleucodistrofia (ALDP), causando di conseguenza un accumulo tossico di acidi grassi a catena molto lunga (VLCFA) soprattutto nella corteccia surrenale, nella sostanza bianca del cervello e nel midollo spinale.
Il 40% circa dei maschi affetti da adrenoleucodistrofia sviluppano la CALD, la forma più severa di ALD. La CALD è una malattia neurodegenerativa progressiva che comporta la degenerazione della mielina, la guaina protettiva delle cellule nervose presenti nel cervello, deputate al pensiero e al controllo dei muscoli. La CALD è associata a sei disabilità funzionali maggiori (MFD) che compromettono gravemente la capacità del paziente di vivere in modo indipendente: perdita della capacità di comunicare, cecità corticale, necessità di nutrizione parenterale, incontinenza totale, dipendenza dalla sedia a rotelle e perdita completa dei movimenti volontari. In genere, i sintomi della CALD si manifestano nella prima infanzia e progrediscono rapidamente. Ove non trattati, causano nella maggior parte dei pazienti una perdita severa delle funzioni neurologiche, e in ultimo il decesso.
Eli-cel è una terapia genica sperimentale una tantum studiata per aggiungere copie funzionali del gene ABCD1 nelle cellule staminali (HSCs) ematopoietiche (cellule staminali del sangue) del paziente stesso, trasdotte ex vivo con il vettore lentivirale Lenti-D (LVV). L’aggiunta del gene funzionale ABCD1 permette ai pazienti di produrre la proteina dell’adrenoleucodistrofia (ALDP), che si pensa sia in grado di attivare la disaggregazione dei VLCFA. L’obiettivo del trattamento con eli-cel è quello di stabilizzare il progredire della CALD, preservando di conseguenza quante più funzioni neurologiche possibili. È importante segnalare che, con eli-cel, non occorrono cellule staminali ematopoietiche (CSE) da un donatore.
“La CALD è una malattia devastante che si manifesta nella prima infanzia e, se non trattata, spesso porta alla morte di questi ragazzi, un fatto difficile da sopportare per qualsiasi medico. I dati dello studio Starbeam di Fase 2/3 mostrano alcune evidenze potenzialmente promettenti fino a quasi sette anni di follow-up e quasi tutti i pazienti hanno un punteggio di funzione neurologica stabile (n=31/32), a indicare che le funzioni neurologiche perse dopo l’infusione di eli-cel sono state minime. Inoltre, non è stato riportato nessun segnale di fallimento del trapianto, rigetto del trapianto o malattia del trapianto contro l’ospite (graft-versus-host disease)”, ha commentato il Dottor Jörn-Sven Kühl, Dipartimento di Oncologia Pediatrica, Ematologia ed Emostaseologia, Centro di Medicina delle Donne e dei Bambini dell’Ospedale Universitario di Lipsia. “Questi risultati suggeriscono, quindi, che il trattamento con eli-cel possa stabilizzare in maniera duratura la progressione della malattia e, di conseguenza, preservare quante più funzioni neurologiche possibili nei ragazzi con CALD.”