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Il linfoma a cellule mantellari, o linfoma mantellare, è un tipo di linfoma non Hodgkin. È una malattia rara, nei paesi occidentali rappresenta il 6% dei linfomi non Hodgkin. Colpisce le cellule del sistema immunitario, cioè alcune cellule coinvolte nella difesa dell’organismo. Il linfoma mantellare ha origine genetica. È dovuto a un’alterazione genetica chiamata traslocazione: un errato scambio di parti di cromosomi non omologhi durante il riarrangiamento cromosomico.
L’evoluzione del linfoma mantellare è lenta. Di solito passa inosservato per diversi anni prima di manifestarsi. Uno dei primi sintomi è il gonfiore di uno o più linfonodi, seguito da: febbre persistente, sudorazione notturna, perdita di peso inspiegabile, compromissione del tratto digerente con conseguente dolore addominale, diarrea, nausea o vomito e talvolta sanguinamento digestivo.
Il linfoma a cellule mantellari rappresenta una malattia cronica, non esiste una cura. L’obiettivo è quello di cercare una remissione duratura grazie ad una cura adattata all’età e al profilo del paziente.
La sopravvivenza media globale è da 3 a 5 anni, ma non tiene conto dell’arrivo di nuove terapie che apportano un netto miglioramento.