L’ultimo giorno di febbraio è la “Giornata mondiale delle malattie rare”, una data simbolo del calendario internazionale nata per concentrare l’attenzione sulla realtà delle persone che convivono con tali patologie e delle loro famiglie, oltre che sostenere l’impegno di associazioni e mondo sanitario.
La sindrome di Beckwith-Wiedemann (Bws) è una rara malattia genetica congenita che colpisce un bambino ogni 10mila nati. Si stima che, in Italia, siano fra 35 e 40 i bimbi nati ogni anno con questa condizione. I possibili sintomi sono molteplici; tuttavia, tutti i bambini sono accomunati da una maggiore predisposizione allo sviluppo di tumori a carico degli organi interni, in particolare reni e fegato. Tra le principali manifestazioni troviamo l’iperaccrescimento (tra il 45 e il 65% delle diagnosi); la macroglossia, che è l’ipertrofia della lingua, tale da non poter essere contenuta nel cavo orale (nel 90% dei casi); l’emipertrofia, ovvero una o più parti del corpo più grandi rispetto alle loro speculari (30%). Non esiste una cura farmacologica, in alcuni casi si può intervenire chirurgicamente. Nel 2004 è stata fondata Aibws, associazione che rappresenta oggi circa 250 famiglie di piccoli pazienti in tutta Italia, compresa Forlì.
Cos’è la Fibrosi Cistica
La fibrosi cistica è la malattia genetica grave più diffusa che colpisce un bambino ogni 2500 nascite. È una patologia multiorgano che colpisce soprattutto l’apparato respiratorio e quello digerente. È dovuta a un gene alterato, cioè mutato, chiamato gene CFTR (Cystic Fibrosis Transmembrane Regulator) che determina la produzione di muco eccessivamente denso. Questo muco chiude i bronchi e porta a infezioni respiratorie ripetute, ostruisce il pancreas e impedisce che gli enzimi pancreatici raggiungano l’intestino, di conseguenza i cibi non possono essere digeriti e assimilati. Le manifestazioni tipiche della malattia sono: difficoltà nella digestione dei grassi, proteine, amidi; carenza di vitamine liposolubili; perdita progressiva della funzione polmonare. La malattia non si manifesta sull’aspetto fisico né alla nascita né in seguito nel corso della vita e per questo viene definita la “malattia invisibile”.